Rattanakosin è il nucleo di fondazione della città di Bangkok e si è sviluppata a partire dalla fine del XVIII secolo. Un tempo era circondata dai fiume Chao Praya e da una fitta rete di canali artificiali, tanto che assunse l’appellativo di ‘isola’.

Oggi Rattanakosin è nota soprattutto per ospitare il Palazzo Reale, i più sacri templi della città, i ministeri e vari uffici di alta rappresentanza. Questo quartiere è oggi anche densamente abitato dalla popolazione locale e offre uno spaccato di vita comune che va oltre lo splendore dei palazzi piu’ famosi. Il quartiere ospita mercati, piccoli ristoranti che offrono piatti autentici, e soprattutto mette in evidenza gli aspetti culturali e di costume del “Paese del Sorriso”, all’insegna del piu’ sfrenato sincretismo.

Rattanakosin è stata per oltre due secoli il punto di incontro tra il Siam ed il resto del mondo. Commercianti e diplomatici europei, cinesi, indiani e mediorientali hanno nel tempo lasciato proprie eredità culturali che a Rattanakosin si sono fuse in modo a volte casuale ed irrazionale, e le forme di culto ne sono l’esempio piu’ concreto. Un occhio poco attento potrebbe infatti affermare che Rattanakosin è il luogo dove incontrare il Buddhismo, il Brahmanesimo e il Confucianesimo uno di fianco all’altro. In realtà queste religioni si sono qui fuse a costituire una nuova identità immaginata e vissuta in modo originale esclusivamente dai thai. Questa singolare forma di sincretismo, e l’aspetto culinario, sono i temi trainanti del walking tour di oggi.


Dettagli

Alle 13:30 si parte dall’Ayathorn Hotel posto di fronte al celebre Wat Saket, la ‘montagna d’oro’ di Rattanakosin. Da qui si procederà verso il palazzo del municipio dietro al quale si apre una fitta rete di vicoli ricchi di street food di alta qualità (molti venditori della zona sono listati nella guida Michelin). Si potrà assaggiare il fritto di taro, radicchio o tofu, ma anche il ‘khao na kai’ a base di pollo. Si giunge così al sito della prima religione: il Chao Pho Seua, un santuario Confuciano che si trova all’intersezione di due strade. La leggenda racconta che il santuario ha una funzione protettiva per il quartiere, annientando gli spiriti maligni che provengono dalla strada posta direttamente di fronte al proprio ingresso.

Ancora street food nell’isolato seguente. L’assaggio questa volta è del celebre mango e ‘khao niaow’ (‘riso appiccicoso’ in quanto impastato con denso latte di cocco). Si entra quindi in un’area di forte spiritualità buddista. Decine di negozi qui vendono oggetti di culto, vesti per monaci, offerte da portare ai templi, e vari altri oggetti utilizzati nei riti buddisti. Si giunge così al ‘Sao Chincha’, o ‘grande altalena’. Edificata in legno ed alta oltre trenta metri, veniva un tempo utilizzata dai brahmini per riti propiziatori brahmanici. Non stupirà quindi la presenza di divinità brahmaniche poste nelle vicinanze a guardia dei vari isolati. Spicca qui la fede per il Dio Vishnu al quale è dedicato il tempio Dev Mandhir, nel quale anche i non praticanti del culto Brahmanico possono insolitamente accedere.

Si ritorna quindi al punto di partenza salendo sulla ‘Montagna d’oro’ prima del tramonto.

Sotto alla montagna d’oro c’è Jae Fai, lo street food stellato Michelin dove si potrà ammirare Miss Fai ai fornelli mentre prepara i suoi succulenti piatti. Per chi desidera assaggiare la sua cucina, la guida potrà aiutare per la prenotazione del tavolo (non garantiamo disponibilità posti, food cost non incluso).