Altipiano posto nel Laos centro settentrionale nei pressi del confine con il Vietnam nel quale si trovano numerosi siti archeologici ricchi di ritrovamenti datati approssimativamente tra il VI secolo A.C. e l’VIII secolo D.C. e composti per la grande maggioranza da enormi giare ognuna della quali di dimensioni variabili tra 1 e 3 metri di altezza e dal peso che può raggiungere le 13 tonnellate. Ricavate da roccia sedimentaria (generalmente arenaria ma anche granito) sono di forma circolare e molto simili tra loro. Solo alcune di queste mostrano parti riconducibili ad un coperchio.

Nell’area sono stati ritrovati anche bassorilievi scolpiti su sottili lastre di arenaria sapientemente tagliata con una raffinata tecnica a noi ignota. In una grotta dei pressi sono inoltre state ritrovare tracce di insediamenti umani con resti si ossa e ceneri.

La storia delle popolazioni che hanno prodotto le giare è a noi sconosciuta e fino ad ora gli studi sono stati alquanto limitati. La “guerra segreta” combattuta in Laos contemporaneamente alla guerra del Vietnam e il conseguente intenso bombardamento dell’esercito americano nelle zone di confine ha creato ingenti danni che impediscono agli storici di effettuare nuovi studi anche a causa della pericolosità indotta dalle bombe inesplose.

Le nostre conoscenze attuali sulle giare e sulla loro civiltà è limitata agli studi effettuati dall’EFEO (Ecole Francais d’Extrem Orient) nel periodo coloniale. La ricercatrice Madeleine Colani fu l’unica, negli anni ’30, a visitare le grotte ricche di reperti prima che l’ingresso venisse ostruito dai bombardamenti.

Le sue teorie mettono la piana di Xieng Khuang in relazione con ritrovamenti simili in alcune aree dell’India nonchè nell’Isarn (Thailandia del Nord-Est). I resti di questa misteriosa civiltà appaiono distribuiti in linea retta e rendono possibile l’individuazione di una ipotetica rotta commerciale tra il sub-continente indiano e il sud-est asiatico che avrebbe anticipato di quasi un millennio i flussi di comunicazione a noi noti e che hanno reso possibile l’interscambio culturale e religioso che ha portato il credo Buddista nella penisola indocinese.

L’utilizzo riservato alle giare non è ovviamente a noi noto. I ritrovamenti di resti umani nella grotta rendono possibile l’ipotesi di contenitori per le ceneri ma sarebbero in questo caso difficilmente giustificabili le loro enormi dimensioni. Un’ulteriore ipotesi è correlata al loro utilizzo in funzione di depositi per la conservazione del cibo. Questa teoria è più vicina alla bizzarra leggenda popolare che vuole le giare costruite da una popolazione di giganti il cui re ordinò la produzione di enormi quantità di whiskey locale, conservato nelle Giare stesse, per festeggiare l’avvenuta vittoria in guerra contro i nemici.