È il 1353 DC quando, con l’appoggio militare del grande impero cambogiano dei Khmer, alla guida di un leggendario esercito che si muove su “un milione di elefanti” da guerra, il condottiero Tai-Lao di nome Fa-Ngum conquista i territori che oggi compongono il Laos del Nord e fonda il Regno di Lan-Xang, nome che letteralmente significa “un milione di elefanti”.

La capitale del Regno è la città che oggi chiamiamo Luang Prabang e che si trova dislocata nel punto di confluenza tra il grande fiume Maekhong che scende dall’Himalaya ed il fiume Nam-Khan che, immeditamente prima di gettarsi sul corso del Maekhong, disegna un insolito e regolare rettangolo. La città è così completamente contornata dall’acqua, disposizione geografica considerata di forte auspiscio nelle religioni animiste che costituivano l’arcaica forma di culto dei popoli Tai-Lao.

Una leggenda racconta che nel punto di confluenza dei due fiumi, su ognuno di essi si trova la dimora di due potenti “Naga”, i mitologici serpenti marini che propiziano la pioggia e la fertilità.

Attraverso flussi culturali provenienti dai confinanti regni Birmano e Siamese, il Buddismo Theravada non tarderà però ad arrivare e si hanno tangibili testimonianze storiche che dimostrano che già nel sedicesimo secolo la città è diventata uno dei principali e più sacri luoghi di culto buddisti del Su-Est Asiatico.