Programma
Giorno 1: Amman
Arrivo all’aeroporto di Amman, incontro con il nostro rappresentante e trasferimento in hotel. Cena e pernottamento.
Giorno 2: Castelli nel Deserto e Amman
Dopo colazione esploriamo la città. Amman, capitale della Giordania, è una città affascinante e ricca di contrasti che mescola in modo unico antico e moderno, situata su una zona collinare ideale tra il deserto e la fertile Valle del Giordano. Nel cuore commerciale della città, edifici ultramoderni, hotel, eleganti ristoranti, gallerie d’arte e boutique si susseguono accanto ai tradizionali caffè e alle piccole botteghe degli artigiani. Ovunque è possibile rinvenire tracce del passato storico della città. Data la sua odierna prosperità e grazie al clima temperato, quasi la metà della popolazione della Giordania è concentrata nell’area di Amman. I sobborghi residenziali consistono principalmente di strade e viali alberati fiancheggiati da eleganti case quasi esclusivamente bianche, per via di una legge locale che stabilisce che tutti gli edifici devono essere rivestiti con la pietra tipica del luogo. Il centro cittadino è più antico e dall’aspetto più tradizionale, con piccoli negozi che producono e vendono oggetti di ogni tipo, dai meravigliosi gioielli alle suppellettili più comuni. La gente di Amman è cosmopolita, aperta a nuove culture, istruita ed estremamente ospitale. Accoglie i visitatori ed è orgogliosa di poter mostrare loro le meraviglie di questa città affascinante e dinamica. Proseguiamo poi con la visita dei Castelli Del Deserto. I castelli del deserto della Giordania, splendidi esempi dell’arte e dell’architettura islamica dell’antichità, testimoniano un’epoca affascinante della ricca storia del paese. I loro raffinati mosaici, affreschi, incisioni e stucchi, ispirati alle migliori tradizioni persiane e greco-romane, illustrano innumerevoli storie di vita dell’VIII secolo. Chiamati castelli per la loro imponente mole, i complessi del deserto avevano in effetti vari scopi e fungevano da stazioni per le carovane, centri agricoli e commerciali, punti di ristoro e avamposti utili ai lontani regnanti per stringere legami con i beduini locali. Molte delle strutture tuttora in buono stato di conservazione, tutte raggruppate a est e sud di Amman, possono essere raggiunte mediante escursioni di uno o due giorni dalla città. Quseir ‘Amra, uno dei monumenti meglio conservati, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: i muri e i soffitti interni sono ricoperti di brillanti affreschi e due stanze presentano mosaici pavimentali dagli splendidi colori. Qasr Mushatta, Qasr al-Kharrana, Qasr at-Tuba e Qasr al-Hallabat sono stati restaurati e si presentano tutti in eccellenti condizioni. Il basalto nero del forte di Azraq, utilizzato ininterrottamente sin dal tardo periodo romano, funse da quartier generale di Lawrence d’Arabia durante la Rivolta Araba. Cena e pernottamento ad Amman.
Giorno 3: Jerash e Ajloun
Località seconda soltanto a Petra tra le destinazioni preferite dei turisti in Giordania, l’antica città di Gerasa è abitata ininterrottamente da oltre 6500 anni. Gerasa si trova su una pianura circondata da aree boschive collinari e fertili bacini. Conquistata dal generale Pompeo nel 63 a.C., cadde sotto il dominio dei Romani e fu annessa alla Lega della Decapoli, l’alleanza delle dieci grandi città romane..La città visse il suo periodo di massimo splendore sotto il dominio dei Romani, quando era nota con il nome di Gerasa; oggi è una delle città di epoca romana meglio conservate al mondo. Sepolta per secoli sotto la sabbia, prima di essere riscoperta e restaurata negli ultimi 70 anni, l’antica Gerasa costituisce una splendida testimonianza della grandezza e delle caratteristiche dell’opera di urbanizzazione condotta dai Romani nelle province dell’impero in Medio Oriente: strade lastricate, colonnati, templi in cima ad alture, meravigliosi teatri, spaziose piazze pubbliche, bagni termali, fontane e mura interrotte da torri e porte cittadine. Pur sotto l’impronta greco-romana, Gerasa conserva una peculiare commistione di oriente e occidente. Architettura, religione e lingue di questa città riflettono un processo secolare in cui due potenti culture si sono sovrapposte, coesistendo: il mondo greco-romano del bacino mediterraneo e le antiche tradizioni dell’oriente arabo.
Quando si esplorano le rovine, è opportuno indossare un vestiario appropriato e comodo, e scarpe resistenti. Inoltre, durante i mesi estivi, è consigliabile indossare un cappello e gli occhiali per proteggervi dal sole e portare una scorta di acqua. L’odierna Gerasa sorge a est delle antiche rovine. Mentre la città antica e quella moderna sono circondate dalle stesse mura di cinta, un’accurata preservazione e pianificazione hanno fatto sì che Gerasa si sviluppasse ben lontano dalle rovine. Le meraviglie della natura e il genio militare architettonico arabo hanno regalato alla Giordania settentrionale due delle più importanti attrazioni ecologiche e storiche del Medio Oriente: la vasta foresta di pini dell’area di Ajlun-Dibeen e il maestoso castello degli Ayyubidi ad Ajlun, grazie a cui è stato possibile sconfiggere i Crociati otto secoli fa. Il Castello di Ajlun (Qal’at Ar-Rabad) fu fatto costruire da uno dei generali di Saladino nel 1184 d.C. per controllare le locali miniere di ferro e scongiurare le invasioni dei Franchi. Il Castello di Ajlun dominava le tre principali vie di accesso alla Valle del Giordano proteggendo le rotte commerciali tra Giordania e Siria. Divenne un importante raccordo nella catena di difesa contro i Crociati, che tentarono invano per decenni di espugnare il castello e il villaggio circostante. Il castello originale era dotato di quattro torri; le spesse mura presentavano feritoie per le frecce e un fossato largo 16 metri e profondo 15 che circondava l’edificio. Cena e pernottamento in Hotel ad Amman.
Giorno 4: Madaba, Nebo e Kerak
Ad appena 30 chilometri da Amman, lungo una strada antica di ben 5.000 anni, l’Autostrada dei Re, Madaba è uno dei luoghi più memorabili della Terra Santa. Dopo aver attraversato una serie di siti antichi, la prima città che si incontra è Madaba, nota come la “Città dei Mosaici”.A Madaba, che deve la sua fama a una serie di straordinari mosaici bizantini e umayyadi, si trova fra l’altro la nota mappa-mosaico di Gerusalemme e della Terra Santa, risalente al VI Secolo: con i suoi due milioni di tessere di pietra vividamente colorata, raffigura colline, valli, villaggi e città fino al delta del Nilo. La Mappa-mosaico ricopre il pavimento della chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, situata a nord-ovest del centro cittadino. La chiesa è stata edificata nel 1896 d.C., sulle rovine di un precedente santuario bizantino, risalente al sesto secolo. Il pannello a mosaico che incornicia la Mappa misurava originariamente circa 15,6 x 6 m, pari a 94 metri quadrati: solamente un quarto della superficie iniziale si è conservato. Altri straordinari mosaici, conservati nella chiesa della Vergine e degli Apostoli e nel Museo Archeologico, raffigurano una lussureggiante profusione di fiori e piante, uccelli e pesci, animali e bestie esotiche, nonché scene a carattere mitologico e ispirate ad attività quotidiane come caccia, pesca e agricoltura. Le chiese e le case di Madaba ospitano del resto centinaia di altri mosaici, risalenti al periodo compreso tra il V e il VII secolo. In linea con l’impegno giordano per il restauro e la conservazione dei mosaici, il vasto parco archeologico e il complesso museale di Madaba includono i resti di numerose chiese bizantine e i loro splendidi capolavori, tra cui la Chiesa della Vergine e la Sala di Ippolito, quest’ultima facente parte di una casa del VI Secolo.
Nella medesima regione sorge il Monte Nebo, uno fra i luoghi sacri maggiormente venerati in Giordania nonché luogo dove fu sepolto Mosè: sul posto i primi cristiani edificarono una piccola chiesa bizantina, successivamente ampliata e trasformata in un vasto complesso architettonico. Durante la sua visita in Giordania nel 2001, il defunto Papa Giovanni Paolo II tenne qui un’omelia davanti a una folla di circa 20.000 fedeli. Antica roccaforte dei Crociati, Karak si trova a 900 metri sopra il livello del mare, all’interno delle mura della vecchia città. La città ospita oggi circa 170.000 abitanti, edifici ottomani del XIX Secolo restaurati, ristoranti, luoghi di intrattenimento e altro ancora. Ma è senz’altro il Castello di Karak a dominare lo scenario. La città sorge su un altopiano triangolare e il castello è situato all’estremità meridionale. Il castello è lungo 220 metri, largo 125 metri a nord e 40 a sud dove una stretta valle, resa ancora più profonda da un fossato, lo separa dall’alta collina adiacente, un tempo postazione ideale per l’artiglieria di Saladino. In tutto il castello, le scure e rozze opere murarie dei Crociati contrastano con quelle più chiare e finemente lavorate dagli arabi nelle epoche successive. Secoli fa, i Crociati impiegarono circa vent’anni per erigere l’imponente castello. Una volta terminato, nel 1161, è diventato la residenza dei sovrani della Transgiordania, considerato allora il più importante feudo del regno dei Crociati, grazie ai proventi delle tasse. Dopo aver resistito a numerosi assedi all’inizio del 1170, Karak cadde sotto il dominio di Rinaldo di Chatillon, un dominatore noto per la sua sconsideratezza e la barbarie . Rompendo tutti i trattati, cominciò a saccheggiare le carovane dei mercanti e i pellegrini che si recavano alla Mecca, attaccò il cuore dell’Islam, Hijaz, e fece incursioni nei porti arabi sul Mar Rosso, minacciando persino la Mecca. Saladino, il governatore della Siria e dell’Egitto, reagì immediatamente. Assediò la città di Karak con la forza, la bruciò e prese d’assalto il castello. In tempo di pace, Rinaldo depredò una grande carovana nel 1177. La risposta di Saladino fu immediata: attaccò il regno dei Crociati, infliggendo loro una pesante sconfitta nella battaglia di Hattin. Saladino risparmiò la maggior parte dei prigionieri, tranne Rinaldo, che uccise con le sue stesse mani. I difensori di Karak resistettero per otto mesi a un prolungato assedio prima di arrendersi ai musulmani che, misericordiosamente, concedettero loro la libertà. Tornata sotto il controllo dei musulmani, Karak divenne la capitale di un’area che comprendeva la maggior parte della Giordania, giocando un ruolo centrale nelle politiche del Medio Oriente per i due secoli successivi. Per un certo periodo, fu persino la capitale dell’intero regno mamelucco, quando il sultano Al-Nasir Ahmad si stancò delle continue lotte di potere al Cairo. Ci vollero otto assedi consecutivi prima che suo fratello e successore as-Salih Ismail prendesse possesso della fortezza sotto l’egida delle insegne reali. Durante gli assedi, Karak ebbe il discutibile onore di essere il primo obiettivo della moderna artiglieria in Medio Oriente, in quanto as-Salih Ismail fece uso di cannoni e polvere nera. Sotto gli Ayyubidi e i primi sultani mamelucchi, il castello fu sostanzialmente rinnovato e le fortificazioni della città furono consolidate con imponenti torri apparentemente senza entrate; l’accesso alla città era possibile attraverso passaggi sotterranei con ingressi tutt’oggi visibili. Successivamente, la città divenne sempre più un luogo di rifugio per i ribelli, mentre il castello fu usato come luogo di riunione dei consigli tribali. Dopo il 1894 si impose la solida amministrazione turca e il palazzo mamelucco all’interno del castello fu convertito in una prigione. La Grande Rivolta Araba diede il colpo di grazia al governo turco, che finì nel 1918. Cena e pernottamento a Petra.
Giorno 5: Petra
Le gigantesche montagne rosse e i grandi mausolei di una vita passata non hanno nulla in comune con la moderna civiltà, e non chiedono altro che di essere ammirate per il loro vero valore come una delle meraviglie più stupefacenti che la natura e l’uomo abbiano mai creato. Sebbene fiumi di parole siano stati scritti su Petra, nulla è più sensazionale della vista di questo incredibile luogo. Bisogna vederlo per crederci. Spesso descritta come una delle otto meraviglie del mondo antico, Petra è senza ombra di dubbio il tesoro più prezioso della Giordania e la sua maggiore attrattiva turistica. È una vasta città dalle caratteristiche uniche: i Nabatei, industriosa popolazione araba insediatasi in questa zona oltre 2000 anni fa, la crearono dalla nuda roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. Alla città si accede attraverso il Siq, una stretta gola, lunga più di 1 chilometro, fiancheggiata da ripide pareti rocciose alte 80 metri. Attraversare il Siq è un’esperienza unica: i colori e le formazioni rocciose lasciano il visitatore a bocca aperta. Una volta raggiunta la fine del Siq, scorgerete finalmente il Khazneh (il Tesoro). È un’esperienza straordinaria. Un’imponente facciata, larga 30 metri e alta 43, creata dalla nuda roccia, color rosa pallido fa sembrare insignificante quello che c’è intorno. È stata scavata all’inizio del I secolo per essere la tomba di un importante re nabateo e testimonia il genio architettonico di questo antico popolo. Il Tesoro è solo la prima delle molte meraviglie che Petra saprà offrirvi: un soggiorno di almeno quattro o cinque giorni è necessario per riuscire a vedere tutto. Non appena si entra nella valle di Petra si viene sopraffatti dalla bellezza naturale di questo luogo e dalle sue meraviglie architettoniche. Sono centinaia le tombe scavate nella roccia con intricate incisioni: a differenza delle case, per la maggior parte andate distrutte dai terremoti, le tombe sono state scavate per durare in eterno e 500 di esse sono sopravvissute, vuote ma affascinanti dal momento in cui si varca la soglia e ci si addentra nella loro oscurità. Qui si trova anche un’imponente costruzione nabatea un teatro in stile romano, in grado di ospitare 3000 spettatori. Sono visibili obelischi, templi, altari sacrificali e strade colonnate, mentre dall’alto domina la vallata l’imponente Monastero di Ad-Deir: per visitarlo bisogna salire una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia. All’interno del sito vi sono altri due eccellenti musei: il Museo archeologico di Petra e il Museo nabateo di Petra. Entrambi ospitano i reperti degli scavi effettuati nella regione di Petra e ne raccontano il passato suggestivo. Santuario del XIII Secolo, eretto per commemorare la morte di Aronne, fratello di Mosè, l’edificio fu voluto dal sultano mamelucco Al-Nasir Muhammed, in cima al Monte Aronne (Jabal Haroun) nella catena della Sharah. All’interno del sito, numerosi artigiani della città di Wadi Musa e di un vicino insediamento beduino hanno allestito delle bancarelle per la vendita di prodotti artigianali locali, come vasellame e gioielli beduini e bottiglie di sabbia variopinta della zona. L’ingresso al sito è vietato ai veicoli a motore. Ma se non volete camminare, potete affittare un cavallo o una carrozza a un chilometro da Siq. Il Centro visitatori, nei pressi dell’ingresso al Siq, rilascerà ad anziani e portatori di handicap un permesso speciale affinché possano entrare in carrozzina all’interno di Petra per visitarne le principali attrazioni. Una volta dentro il sito, potete affittare un mulo o, per i più avventurosi, un cammello, entrambi condotti dagli ammaestratori con un percorso già prestabilito all’interno del sito. Cena e pernottamento a Petra.
Giorno 6: Piccola Petra e Wadi Rum
Dopo Petra vera e propria, continuo il tour a Little Petra (Piccola Petra), il secondo sito archeologico più importante del Wadi Musa. Piccola Petra è facilmente accessibile con circa 15 minuti di auto da Petra e può essere visitata in meno di un’ora .A Piccola Petra (chiamata anche Al Beidha) sono presenti templi di origine nabatea ed altri edifici scavati nella roccia. La funzione più importante di questo centro era quello di accogliere i viandanti che viaggiavano verso la Siria o l’Egitto e si sviluppa principalmente dentro uno stretto canyon molto pittoresco. Proseguiamo con l’escursione al Wadi Rum. Un posto stupefacente, con i suoi paesaggi favolosi, incontaminati e senza tempo. Questo luogo, in cui il tempo e il vento hanno scavato imponenti e maestosi grattacieli, fu elegantemente descritto da T.E. Lawrence come “immenso, echeggiante e divino”. Cena e pernottamento Wadi Rum.
Giorno 7: Mar Morto
Giornata libera. Senza dubbio uno dei luoghi più straordinari al mondo, la Rift Valley giordana offre un paesaggio splendido, che,nei pressi del Mar Morto, raggiunge i 400 metri sotto il livello del mare. È la depressione più bassa del pianeta, un vasto specchio d’acqua che accoglie un gran numero di affluenti, tra i quali spicca il Fiume Giordano, le cui acque, una volta raggiunto il Mar Morto, non hanno ulteriore sbocco e devono forzatamente evaporare depositando un cocktail denso e ricco di sali e minerali che fornisce prodotti di ottima qualità a industria, agricoltura e medicina. Il Mar Morto è cinto da catene montuose a est e dalle dolci colline di Gerusalemme a ovest, in uno scenario di rara suggestività. Anche se oggi la zona è scarsamente popolata e molto tranquilla, in passato ha visto nascere diverse città bibliche: Sodoma, Gomorra, Adman, Zebouin e Zoar. Paesaggio naturale e spirituale tra i più spettacolari del mondo, la costa orientale del Mar Morto si è trasformata nel cuore pulsante del turismo religioso e dedicato alla salute e al benessere dell’intera regione. Grazie a ottime vie di comunicazione, alberghi eccellenti con centri termali e strutture per il fitness, siti archeologici e spirituali, questa regione attira oggi visitatori da tutto il mondo proprio come nell’antichità era frequentata da re, imperatori, mercanti, profeti e pellegrini. La principale attrazione del Mar Morto è rappresentata dalle sue acque calde, rilassanti e dieci volte più salate della normale acqua marina: è ricca di sali di cloruro di magnesio, sodio, potassio, bromo e molti altri minerali. Queste acque incredibilmente calde e leggere, ricchissime di minerali, hanno attirato visitatori fin dai tempi antichi come, ad esempio, Erode il Grande e la bellissima regina egizia Cleopatra. Tutti si sono lasciati conquistare dai fanghi neri, densi e stimolanti del Mar Morto, dai salutari minerali dell’acqua e dai delicati raggi del sole di Giordania. Cena e pernottamento sul Mar Morto.
Giorno 8: Partenza
Dopo colazione trasferimento per l’Aeroporto per il volo di rientro in Italia.