Zanzibar: l’isola dei Sultani e di Freddy Mercury

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Sono tre le isole che compongono l’arcipelago di Zanzibar, situato nell’Oceano Indiano al largo della costa della Tanzania, ma comunemente parlando di Zanzibar ci si riferisce alla più grande delle isole, unica per la bellezza naturale, le foreste, e le spettacolari spiagge.

Con il suo meraviglioso clima tropicale, con le sue grandi lagune sabbiose, e la sua natura incontaminata Zanzibar è il luogo ideale per passare una vacanza unica e indimenticabile, all’insegna del sole, del mare e del relax.

Zanzibar non è solo questo…la sua storia ha origini ben più lontane che ne hanno fatto una delle mete più ambite nel panorama turistico mondiale.

ll nome dell’isola di Zanzibar deriva dal persiano “Zangh”, che significa “nero” e “bar”, che vuol dire “terra”, e cioè proviene dalla frase “terra dei neri”, anche se l’esploratore inglese Burton asseriva che esso deriva dalla frase araba “zayn za’l barr”, che significa letteralmente “bella è quest’isola”.

Nel corso dei secoli, Zanzibar subì varie dominazioni, tra le quali quella persiana (dal 900 al 1503), quella portoghese (dal 1503 al 1726), l’influenza omanita (dal 1726 al 1832), durante la quale l’isola raggiunse il massimo splendore, per passare (dal 1890 sino al 1964, anno in cui divenne repubblica) sotto il protettorato britannico.

In piena piazza Mizingani a Zanzibar vi è un enorme albero di Ficus Bengalensis piantato nel 1944. Al riparo del sole, sotto di esso, vi sono da allora persone che costruiscono barche di grandi dimensioni come se nulla fosse, in un vero e proprio cantiere navale all’aperto, incuranti del traffico.

Passeggiando sulla spiaggia, soggetta ad ampie maree che scoprono e ricoprono giardini di coralli, è facile trovare moltissime conchiglie del genere “Cypraea”, delle bellissime conchiglie di colore viola frequentissime nell’isola. Tali conchiglie, nel passato, venivano considerate moneta in alcune zone dell’Africa Occidentale e Zanzibar costituiva per questo motivo una sorta di “zecca” del continente.

Tra le attrattive imperdibili vi è Prison Island, l’isola della tartarughe giganti. Su Prison Island vive una colonia di un centinaio di tartarughe giganti delle Seychelles. Secondo alcune fonti, sarebbero state portate a Prison Island nel XIX secolo per proteggere la specie dall’estinzione e dal bracconaggio; potrebbero però anche essere discendenti delle tartarughe che i marinai che navigavano nell’Oceano Indiano portavano con sé come riserva di carne fresca, o essere state portate a Prison Island dal sultano di Zanzibar come ornamento nel 1800.

Le tartarughe possono raggiungere un peso di 250 kg, e di alcuni degli esemplari presenti a Prison Island si pensa che abbiano oltre 200 anni di età, e che alcune di esse potrebbero essere ancora appartenenti alla prima generazione di tartarughe sbarcate sull’isola nei secoli scorsi.

Zanzibar è famosa anche per aver dato le origini a Freddy Bulsara (nato il 5 settembre 1946) da genitori britannici (il padre era un diplomatico inglese). Ribattezzatosi “Mercury” in onore del dio greco Mercurio, messaggero dell’Olimpo e patrono del commercio, Freddie cominciò a interessarsi alla musica pop dopo l’incontro con May e Taylor, con i quali diedero rapidamente corpo alla sua “originale idea” per sfondare in ambito musicale: la loro nuova band avrebbe dovuto riproporre l’oltraggiosità di Mick Jagger in una più chiassosa veste scenica e sul piano musicale avrebbe dovuto fondere melodie pop con venature hard di matrice zeppeliana.