Viaggio alla scoperta del Belize!

Pubblicato il in Consigli di viaggio.

Il blog di Volonline.it ospita oggi il bellissimo racconto di viaggio e alcune delle incantevoli fotografie che ci ha regalato Daniela, rientrata dalla sua vacanza-“viaggio” in centro America nello stato del Belize.

“Il Belize è lontano. Lontano perché si devono cambiare diversi aerei per arrivare, e a noi durante il viaggio è capitato di passare un pomeriggio e una serata nella Grande Mela, stonati per il fuso orario ma entusiasti per l’esperienza. Soprattutto lontano dagli stereotipi di vacanza italiana ai Caraibi, in cui il sogno di molti è di passare giornate oziose su un lettino sotto le palme, su spiagge di sabbia bianca, dopo serate passate a ballare merengue in una discoteca di un villaggio in cui si parla italiano.

Niente di tutto questo. Il Belize ci accoglie a Belize City, in cui rimaniamo quasi tutto il tempo chiusi in albergo, impauriti da una passeggiata fra ville maestose cintate con muri altissimi sovrastati dal filo spinato, in cui immaginiamo interessi di narco-traffico e malavita.

Il volo per San Pedro, la mitica Isla Bonita raccontata da Madonna negli anni ’80, ci fa sognare atolli sperduti nel mare blu. In realtà la cittadina è oramai asfaltata, il traffico è caotico, le costruzioni si accavallano una sull’altra, rubando spazio alla natura. Se volete ancora vivere l’atmosfera hippie che ha vissuto la rock star, vi consigliamo Key Kaulker, un atollo  ancora non asfaltato, senza la comodità e la schiavitù dell’auto,  che quindi tiene lontani i turisti più pigri.

L’alba a San Pedro è già calda, e la colazione sulla spiaggia ci offre una frutta dai colori splendidi, viola e rosso e giallo e arancione, i colori che rivedremo nelle stoffe ricamate dalle donne di etnia  Maya. Oltre alla frutta, mi lascio tentare dai fried Jack, la torta fritta emiliana, ed è buffo ricordare mia nonna in questo angolo di mondo.

Ci vorrà qualche giorno a capire questo paese, i sorrisi silenziosi della sua gente di cultura inglese che potreste avere già conosciuto nella vicina Giamaica, tanto lontani dall’accoglienza un po’ chiassosa dei latini, e anche dai mille assalti dei venditori a cui ci siamo abituati sulle nostre spiagge. Qui nessuno offre nulla, e la ricerca di una barca per allontanarci da San Pedro non è così facile come immaginavamo.

Bastano pochi minuti di barca e una maschera per immergerci nel paradiso: mante, murene, squali nutrici, pesci dai mille colori, una barriera corallina intatta e immensa ci accolgono e ci regalano emozioni incredibili.

Ancora un po’ di barca a motore e arriviamo nel paradiso terrestre, Key Goff, una lingua di sabbia bianca con una decina di palme o poco più, circondata da una barriera corallina che più bella non l’ho mai vista. Appena immersa, avvisto una famiglia di cinque mante immense, e un grido di emozione e di gioia mi riempie il cuore. Mia figlia di 7 anni fa il suo primo snoerkelling, e lo racconta entusiasta nel diario delle sua vacanze. Come in ogni paradiso terrestre, qualcuno cucina per noi su una griglia improvvisata, pollo, pesce, frutta, la birra Belikin è fresca e abbondante. I sapori e i colori sono amplificati dalla nostra gioia.

La prossima gita ci porta ad avvistare i lamantini. Il silenzio del mare e delle foreste di mangrovie è rotto dalle nostre piccole urla emozionate nel vedere questi buffi animali marini. Scattiamo decine di foto, ma l’emozione che proviamo non riuscirà a essere catturata in nessun file.

Poi entriamo nell’entroterra del Belize, e in barca sul fiume e in pulman raggiungiamo il sito Maya di Lamanai: abbiamo già visto diversi siti Maya in Messico, siamo abituati alla folla di turisti e di messicani che vendono qualunque souvenir. Qui è diverso: il sito è immerso nella giungla, le rovine sono decine, solo due piccoli gruppi di turisti lo visitano, un piccolo museo racconta la storia dei maya, circondato da pochi negozi gestiti dai soliti beliziani silenziosi. Saliamo sulla piramide più alta, e ancora una volta l’emozione di sovrastare una giugla potente ci entra nel cuore. Il silenzio è quello della natura, un silenzio pieno di suoni, di fruscii, di strida; il fiume è un nastro immenso d’argento, la nebbia attenua i colori, come se dovesse proteggerci da troppo emozioni. Ancora le urla gioiose di mia figlia emozionata e stupita  dall’ascesa sulla piramide mi riportano alla realtà.

Il cibo in Belize è strepitoso: se andate a San Pedro, visitate il Wild Mango’s, è proprio sulla spiaggia, e se anche vi dovesse capitare di aspettare che si liberi un tavolo, sarete sulla spiaggia a pochi metri dal mare infinito, sotto un cielo incredibilmente pieno di stelle, e le cameriere vi offriranno una sedia, ma stare seduti sul tronco di una palma con i piedi affondati nella sabbia fresca sarà anche più bello.  Potete ordinare pesce freschissimo accompagnato da manioca brasiliana,  condito con peperoncino messicano, oppure salsa jerk giamaicana, e se avete voglia di un antipasto, non fatevi mancare la chevice di gamberi, cernia, conch.

Il pesce lo potrete anche pescare voi stessi, e poi farvelo cucinare sulla griglia in spiaggia, e assieme al pesce avrete conch e aragoste. La pesca è facile, ad ogni tiro arriverà un pesce, e il sapore di questa grigliata è indimenticabile.

In Belize nessuno parla italiano, perchè il turismo è americano e canadese, e noi abbiamo ritrovato un po’ noi stessi, il gusto di chiacchiere lente sulla spiaggia davanti all’albergo, senza nulla da fare se non aspettare il pescatore, perché è quello l’unico evento della giornata: quando il pescatore pulisce il pesce, arrivano le razze e una volta è arrivata a riva anche la timida murena a farsi ammirare tutta intera, lunga e verde, e poi ci sono i pellicani e i gabbiani che volano proprio sulla nostra testa, talmente vicini che potremmo acchiapparli.

Questo viaggio mi risuona dentro da mesi, e la consapevolezza della potenza della natura, dell’infinità del mare, dei sorrisi silenziosi della gente del Belize, mi riempie ancora di gioia.

Il Belize è lontano, è un viaggio per viaggiatori che credono che il mondo sia troppo piccolo, e invece scopriranno che il mondo è infinito e pieno di emozioni, ed è già tempo per sognare il prossimo viaggio!”