New York, Aruba e Miami…un viaggio indimenticabile!

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Non è facile organizzare una vacanza che soddisfi un amante del mare, una bambina curiosa e una viaggiatrice incallita, in modo da vedere sempre posti diversi dopo venticinque anni di viaggi attorno al mondo. Volonline ci ha aiutato a organizzare un viaggio che ha coniugato la visita adue meravigliose metropoli americane e un periodo di riposo in una splendida e quasi sconosciuta isola dei Caraibi, Aruba, vicina alle coste del Venezuela.

Il volo ci sbarca a New York e con il taxi ci dirigiamo al nostro albergo, nel centro di Manhattan. Passiamo da Times Square e nonostante il fuso orario rimaniamo subito incantati dalla magnificenza e dai colori di questa piazza. Il mattino dopo ci passeremo alcune ore, passeggiando fra la folla, seduti sui tavolini al centro della piazza, cercando di copiarne i colori nei nostri disegni e facendo foto. E’ un bel modo per prendere confidenza con la città che non dorme mai, e che ci ha regalato 5 giorni indimenticabili.

La città è facile da visitare, con le streets e la avenues che si incrociano senza possibilità di perdersi, e il cibo è buono, appetitoso e  disponibile ovunque, dagli hot dogs che accontentano mia figlia ai più salutari frullati di frutta fresca. Non possiamo non menzionare la visita all’Empire State Building: i biglietti acquistati online non ci fanno saltare la coda per l’ascesa in ascensore,  ma l’emozione incredibile che ci aspetta vale assolutamente l’attesa. La città nel tardo pomeriggio si accende sotto di noi e i colori del tramonto lasciano spazio a quelli altrettanto belli creati dall’uomo. La natura e il progresso sono amici visti da quassù, e belli entrambi. Ci accompagna nella visita la voce di Lucy, dalle cuffiette che noleggiamo all’ingresso per pochi dollari, e che suggeriamo a tutti: il racconto non è solo pieno di informazioni interessanti, ma anche emozionante per tutti i dettagli sulla nascita e la crescita della città. Lucy ci fa riflettere su questo palazzo costruito in soli 14 mesi, in una scommessa apparentemente spezzata dalla crisi del 1929, scommessa poi vinta dall’ingegno di chi ha puntato sul turismo, inventandosi il business della vista mozzafiato dall’ottantesimo piano.

Scesi dal grattacielo, mastodontico anche visto dal marciapiede, non ci facciamo mancare una cena all’Oyster bar, sotto la stazione centrale. Il locale è anni ’30, grande e accogliente come ci si immagina l’America, le ostriche fresche e relativamente economiche, la birra deliziosa. Se le ostriche non sono il vostro forte, non mancano piatti di pesce e carne, le immancabili patatine e gli spinaci più buoni del mondo.

Un’altra immancabile visita ci porta alla signora di New York, la Liberty Statue, circondata da giardini deliziosi in cui passare diverse ore senza noia. La voce dalle cuffiette ci accompagna anche qui, emozionante e simpatica. La Liberty Statue è il ricordo più bello della mia bambina, che a quattro anni rimane incredibilmente incantata da questo gigante verde e dalla storia dell’accoglienza a milioni di immigrati proprio qui vicino, a Ellis Island, in cui passiamo alcune ore nella visita del museo.

La Statua della Libertà è il regalo degli intellettuali francesi al nuovo popolo americano, come monito ai francesi che si stavano facendo superare in innovazione e cultura. Uno fra gli intellettuali è l’ingegner Eiffel, lo stesso della torre parigina, e rimaniamo a bocca aperta per le creazioni di quest’uomo, che ha saputo coniugare la tecnica con l’emozione in opere che sono diventate icone dell’800. Ci piace anche sentirci un po’ fratelli di questo incredibile popolo americano, che ha accolto milioni di europei, rimandandone indietro solo circa uno su cento per motivi di salute.

Salutiamo New York e con un volo lowcost raggiungiamo Aruba: sabbia bianca e fine come farina, mare turchese, gente accogliente. Il turismo è americano e olandese, la lingua è inglese e dutch o un misto fra le due, la musica è ovunque, il cibo è buono e genuino, soprattutto a base di pesce fresco.

L’isola si gira comodamente in un giorno, da vedere solo un piccolo faro e spiagge strepitose. Passiamo il tempo sulla spiaggia davanti all’albergo, oppure in piscina, oppure nella jacuzzi posizionata nel giardino di fronte alla camera. Nessun posto ci ha mai lasciato senza un’emozione speciale, e qui un giorno si schiude un nido di tartarughe sulla spiaggiadell’albergo.

Lo spettacolo è incredibile, con le piccole tartarughine che si dirigono decise verso il mare e si buttano in acqua dirette chissà dove.

Assieme ad altri turisti, ci improvvisiamo pirati in un giro sulla Jolly Pirates, una nave corsara che ci porta a navigare lungo la costa e da cui proviamo a buttarci dalla liana nel mare trasparente.

Una passeggiata in bicicletta ci porta alla fattoria delle farfalle, ultima emozione prima di lasciare l’isola. Facciamo dogana per gli Stati Uniti sulla stessa Aruba, e un altro volo lowcost ci porta aMiami.

Il lungo mare di Miami Beach è splendido, chilometrico, luminosoe orlato di palme come nei film e nei telefilm e la gente accogliente ci fa sentire già a casa perché parla spesso italiano o almeno spagnolo, abituata al turismo dei nostri calciatori e delle loro compagne.

La città ricorda un po’ Milano per la sua moda, le innumerevoli feste, la movida notturna.Collins Avenue ci fa pentire di rimanere solo pochi giorni, per via della scelta infinita di ristoranti a cielo aperto. Visitiamo due hotel come fossero musei del nostro tempo: il Delano di Madonna, magnifico e grandioso, con gli ambienti sontuosi creati da Philip Stark, e il Cardozo di Gloria Estefan, familiare e accogliente ancorché curatissimo negli ambienti coloniali.

Carichi di ricordi, felici per le meravigliose avventure e soprattutto per la gente incontrata, torniamo a casa: le foto riempiono rapidamente un album, in attesa del prossimo viaggio.