I grandi viaggi – L’Hippie Trail

Pubblicato il in Consigli di viaggio.

Inauguriamo una sezione del nostro blog dedicata ai grandi viaggi ed ai grandi viaggiatori. Percorsi epici rimasti nell’imaginario collettivo, come appunto l’Hippie Trail protagonista dell’epopea hippie negli anni ’60. Nel corso di questi lunghissimi viaggi i figli dei fiori, a bordo dei famosissimi bus (meglio se Volkswagen), attraversavano l’Europa ed il Medio Oriente alla volta del subcontinente indiano.


alcuni hippie

Gli elementi fondamentali del viaggio erano il budget decisamente basso, una tempistica estremamente flessibile e mezzi di trasporto non convenzionali (il sopracitato bus o per la maggior parte, l’autostop ed i mezzi locali). I viaggiatori provenivano per lo più dal Nord Europa, dall’America, Australia e Giappone.

un esempio di Hippie bus

Le tappe.

1 – Europa

Le basi di partenza tradizionali erano AmsterdamLondra e Lussemburgo (grazie ad un volo a basso costo che raccoglieva i viaggiatori statunitensi).

I viaggiatori attraversavano quindi gli stati Germania e Austria, per inoltrarsi nei Balcani, al tempo sotto la sfera sovietica. Il percorso seguiva pressappoco il corso del Danubio, incontrandoBelgrado e la sua “altra via” al socialismo, che tanto affascinava una generazione che al contempo rigettava il sistema capitalistico, ma era conscia del fallimento dello stalinismo. Oggi la città è molto cambiata. La Jugoslavia è stata sostituita dalla Serbia, i danni dei bombardamenti americani del 1999 sono ancora visibili (forse volutamente).

Il socialismo è finito e la nuova Repubblica sta tentando di entrare nel mercato unico europeo. Il ricordo di Tito rimane solo in qualche bar nostalgico e nella distesa di palazzoni stile sovietico in periferia. La città è viva, famosa per le sue feste e la sua vita notturna, lo scontro politico è forte (il nazionalismo c’è ancora, il gay pride è stato proibito, ma ci sono anche Radio B92 e gli scritti della Srblijanovic). In mezzo a tutto questo movimento, la rocca di Kalemgdan continua placidamente a guardare l’abbraccio fra i due grandi fiumi, il Danubio e la Sava.

 

Kalemegdan

Il cammino proseguiva verso il Bosforo. Oggi magari facendo una piccola disgressione a Guca, con il suo festival che assomiglia un po’ ad una Woodstock della musica balcanica, fra ottoni zingari, porchi che girano, freakettoni europei e bandiere cetniche.

Dopo le terre jugoslave iniziava la Bulgaria, terra di monasteri e moschee, dove l’incontro della cultura slavo-ortodossa e turco-musulmana hanno creato delle architetture uniche. Il monastero di Rila,  sugli omonimi monti, oggi patrimonio dell’UNESCO è un capolavoro dell’arte medioevale e Sofia mischia ciò che rimane del passato (la città fu fortemente danneggiata nel corso delle guerre mondiali) con un’architettura moderna che da spazio al verde.

 

Monastero di Rila

Superata la Bulgaria l’Europa piano piano si restringe, fino al Bosforo, fino ad Istanbul